Una visione per la Chiesa - livelli

I TRE LIVELLI DI INTEGRAZIONE
Le tre sfide appena presentate possono sembrare una montagna invalicabile. Un pastore potrebbe dire di essere pronto a farsi carico dell’una o dell’altra ma non di tutte e tre insieme. Le tre sfide possono essere accettate nella misura in cui il pastore aderisce ad una «visione di integrazione». Parliamo dei tre livelli di integrazione per il buon funzionamento e la fecondità del SCPE. La metafora biologica della «cellula» è di grande utilità.

Primo livello: l’integrazione della cellula.
Così come la cellula biologica è l’unità fondamentale dell’essere vivente, si può dire che la cellula di evangelizzazione sia l’unità fondamentale del SCPE. La cellula in se stessa è una totalità. Essa ha bisogno di nutrirsi per crescere in buona salute. Essa integra nel suo intimo il dinamismo della moltiplicazione. Proprio per questo la cellula ha bisogno di incontrarsi con regolarità (settimanalmente) per nutrirsi in funzione di una dinamica olistica della vita cristiana (fraternità, lode, Parola di Dio, testimonianza). Essa cresce accogliendo dei nuovi convertiti e si moltiplica attraverso il fenomeno della mitosi per proseguire il movimento di evangelizzazione. Così, la cellula presa in se stessa costituisce una totalità integrata e integrante.

Secondo livello: l’integrazione ecclesiale.
Proprio come la cellula biologica è legata a un corpo più vasto senza il quale non può vivere, così la cellula di evangelizzazione è in relazione viva e vitale con la parrocchia, riconosciuta quale corpo ecclesiale che vive la missione evangelizzatrice per la crescita della Chiesa. Sappiamo che la cellula muore se si stacca dal corpo e che il corpo è in buona salute nella misura in cui ciascuna cellula è in buona salute. E ancora, ciascuna cellula biologica è in buona salute perché svolge un compito e un servizio non solo per se stessa ma anche per il corpo nel suo insieme. Si può forse immaginare una cellula che sia inutile per l’insieme del corpo? E’ la stessa cosa per la cellula di evangelizzazione. Al secondo livello di integrazione, si vede meglio il carattere interattivo e integrativo del corpo ecclesiale in relazione a ciascuna cellula di evangelizzazione.

Terzo livello: l’integrazione pastorale.
Proprio come il corpo biologico, che sviluppa un numero incalcolabile di cellule, ha bisogno di una intelligenza per coordinare la crescita armonizzando man mano lo sviluppo delle membra, degli organi e dei sistemi, così il corpo ecclesiale che evangelizza deve anch’esso organizzare in maniera saggia ed equilibrata lo sviluppo delle cellule di evangelizzazione sotto lo sguardo del pastore. Il pastore ha la «visione»: 1- della cellula come totalità, 2- dello sviluppo del corpo ecclesiale, 3- dell’integrazione pastorale dei due livelli precedenti. Il pastore deve non solo sostenere e incarnare la «visione» del SCPE, ma deve anche comunicarla costantemente man mano che si sviluppano sia alle cellule parrocchiali che al corpo ecclesiale. Se il pastore è veramente sostenuto dalla «visione» del SCPE, l’integrazione pastorale verrà vissuta in modo armonioso ed equilibrato, nella prospettiva stessa di ciò che Paolo aveva intravisto contemplando il Corpo di Cristo in crescita, come si può leggere nella lettera agli Efesini, al capitolo 4, ai versetti dall’ 11 al 16 per produrre «la crescita nell’amore» (Ef 4,16).

CONCLUSIONE
Sostenuto da questa visione di crescita, il pastore impegnato nelle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione potrà trovare le risorse di grazia che gli consentiranno di intraprendere il mandato missionario. Questa visione, che proviene da Dio, trascina e stimola. Essa dà coraggio, entusiasmo, e passione. Il ministero del pastore impegnato nelle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione non ha altro obiettivo se non quello di attualizzare e applicare ciò che Paolo stesso ha vissuto presso i cristiani di Colossi: «portare a compimento la parola di Dio» (Col 1,25) perché il Vangelo «porti frutto e si sviluppi in tutto il mondo» (Col 1,6).

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